PIRANDELLO BOX
In fondo come attore preferisco poter rappresentare un personaggio, sentirmi sereno e al sicuro dalla vita che con la sua violenta incertezza irrompe ad alterare parole e gesti consueti, magari descritti con garbo disinvolto e ingegno da un autore qualsiasi, che con mano ferma delinea una storia qualsiasi, che accade in un luogo o un non luogo qualsiasi ...
Stavolta -purtroppo- non sarà così: qualche parte di me esiste e di volta in volta, naturalmente, si lascia riconoscere senza sovrastrutture com’essa è realmente; la stessa CHE potrebbe essere la parte di chiunque ascolta, legge, oppure osserva placido magari con un sorriso.
Tutto nasce da una novella sperduta ... un frammento ... “I Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo me” di Luigi Pirandello; essa dona agli occhi e alla mente un ricco e variopinto mondo di segreti da svelare, nel contrasto stridente delle nostre nature divise.
Lo scorrere delle immagini è interamente sospeso sulla falsariga del viaggio nell’essere, il viaggio peggiore da affrontare. Spesso si torna malati dallo scrutare se stessi “realmente “ o non si torna affatto !
Non più personaggi -insomma- che vagano in cerca di un autore che dia vita al loro dramma, ma lo stesso autore descrive e confessa il proprio! il dramma di chi si è divertito a scomporre le nostre certezze e deridere le nostre convinzioni in una stanza di torture simile al bancone di un alchimista. Quel che di giorno in giorno fingiamo di non vedere, crediamo di non ascoltare, vogliamo ignorare è invece vivo è presente ... è vuole essere rappresentato!
Immagini o Realtà NON sottoposte a vincoli o condizione libere giocano intrappolate in una FORMA ben definita ( LA SCATOLA ) ! così da non permettere loro di distaccarsi, come l’atomo che stupidamente naufraga nell’ombra .
SPAZIO VUOTO colmo di gelosie, illuminato da ricordi, dove memorie e follie inseguono gesti consueti, esperienze viste e vissute: qui emerge la natura singola di questi personaggi (?) ... ombre (?) ... anzi di noi stessi che senza paura e sicuri di esistere viviamo e non lasciamo vivere ... ingordi fino al punto da non lasciarci assaporare ...
Lo stesso Io riflesso in Nessuno SPECCHIO ! mostra la nostra interezza DIVISA che rivela una sconcertate quanto inattesa semplicità; nessun bisogno di strutture ... ci si rappresenta per com’è, da sé ... nella condizione in cui la maschera è realmente nuda!